Com’è nato “Aiuto, mi amo!” 23nov

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Com’è nato “Aiuto, mi amo!”

Aiuto, mi amo! è nato per errore.

Lo so, non è gentile dire a qualcuno che si è appena affacciato al mondo “sei nato per errore”, però è la verità: lui è arrivato imprevisto e inatteso mentre io ero concentrata su tutt’altro.

C’era Aiuto, mi laureo! e a me piaceva da matti; gli volevo dedicare tutta la mia attenzione e tutte le mie cure, volevo che crescesse forte, sano e amatissimo e che potesse andarsene per il mondo sicuro di sé e utile agli altri. E così ne parlavo e ne riparlavo, lo raccontavo a tutti, finché un giorno – per un banalissimo lapsus – Aiuto, mi laureo! è diventato Aiuto, mi amo!

 E ora eccolo qua, per la distrazione di un attimo, lui è nato: aiuto, cosa ne faccio?

 

Ma chi dice che da un errore non possa nascere una grande occasione?

Forse sì, perché io non mi sono amata mica tanto fino ad oggi.

 

Ci ho provato e ho fatto anche grandi passi avanti, ma spesso (e volentieri!) cedo ancora alla vecchia irresistibile tentazione di giudicarmi, boicottarmi, sgridarmi, arrabbiarmi con me stessa, sognare di essere diversa e nascondermi dietro ad una serie di maschere collaudatissime che mi proteggano dal mondo brutto e cattivo fino al giorno in cui arriveranno tutte le belle cose che tanto desidero e mi renderanno finalmente felice.

 

Bene. Sono arrivate?

Alcune sì, ma non erano poi così risolutive come sembravano.

Altre lo sono state ma, passata l’euforia, mi mancava subito qualcos’altro.

Altre ancora non sono mai arrivate ma  - in alcuni casi – mi sono accorta che è stato meglio così. 

 

E allora?

Allora … mi amo?

La smetto una buona volta di cercare FUORI quello che mi serve, sempre in attesa del grande giorno, della grande occasione e della grande svolta … e inizio ad amarmi subito, così come sono, con quello che ho e quello che mi manca?

 

Potrei provare … dai, sì, ci provo!

Mi guardo allo specchio e amo la Francesca che vedo, le sorrido, la saluto:

“Ehi ragazza, tu mi piaci molto! Mi piace tutto di te, sai? Il tuo meglio e il tuo peggio!”.

 

Ma, mentre le dico queste parole ( e nemmeno tanto convinta), scatta l’allarme:

“Aiuto!!! C’è un intrusa, una pazza amorevole che vuole star bene con se stessa e portarci via tutti i frutti del duro lavoro di una vita. Fermatela!!!”

Sono le vecchie parti di me che si ribellano perché temono di perdere il loro ruolo e di essere soppiantate dal nuovo: sono le abitudini, le corazze difensive, certi modi di pensare o giudicare diventati ormai automatici, la convinzione che il bello deve sempre ancora venire (oppure è passato per sempre).

 

E’ la paura di affrontare il famoso “mare aperto” e di perdere la me che conosco.

E’ la paura – credo – di essere felice.

 

Paura di essere felici … è strano vero?

Oppure – qualche volta – capita anche a voi?

Dedicato alla mia amica Daniela, 23.11.2012